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Cyberbullismo: basta un clik per cadere in rete
Il 2 Febbraio 2017, il Senato approva quasi all’unanimità il disegno di legge che punta a contrastare il fenomeno del cyberbullismo (www.ansa.it). Con questo disegno di legge si mira a tutelare maggiormente il minore, “rinforzando” le possibilità di azione, sia individuali che istituzionali, che possono contrastare e prevenire il fenomeno. Nello specifico, il minore vittima di cyberbullismo (anche senza che il genitore lo sappia), avrà la possibilità di chiedere al gestore del sito l’oscuramento o la rimozione della “cyber aggressione”. Nel caso in cui il gestore ignori l’allarme, la vittima, stavolta informando il genitore, potrà rivolgersi al Garante per la Privacy che entro 48 ore dovrà intervenire.
Il disegno di legge ha stabilito anche delle procedure di ammonimento per i cyberbulli che, se maggiori di 14 anni, saranno convocati dal questore con i genitori.
Anche nelle scuole le cose potrebbero cambiare: sono state previste, infatti, delle misure di prevenzione ed educazione, sia per le vittime che per i “bulli”. Inoltre, secondo il disegno di legge, ciascun Istituto scolastico dovrebbe individuare un professore addetto alla prevenzione e alla gestione del cyberbullismo, che potrà avvalersi anche dell’aiuto della Polizia.
Inoltre, in un’ottica di continuità, il piano di legge prevede l’istituzione di un Tavolo tecnico interministeriale, con il compito di coordinare i vari interventi e di mettere a punto un Piano integrato.
È necessario, pertanto, fare un passo indietro e comprendere le caratteristiche e le peculiarità del cyberbullismo, in quanto fenomeno in continuità – ma non completamente aderente – al bullismo tradizionale.
Generalmente, per bullismo si intende un comportamento aggressivo, di carattere fisico, psicologico o relazionale, agito ripetutamente da un singolo, o da un gruppo, verso un pari (www.notrap.it).
Si parla di cyberbullismo, invece, quando vengono usati i mezzi digitali per prendere di mira qualcuno. Ciò può avvenire attraverso molteplici modi: mediante l’invio di messaggi offensivi, la diffusione di video e foto imbarazzanti o attraverso la creazione di blog, conversazioni e profili ad hoc per prendere deridere o insultare. Si tratta di cyberbullismo anche quando qualcuno viene escluso di proposito dai gruppi on-line oppure quando vengono usati i dati personali di qualcuno (account, password, ecc.) per danneggiarlo.
Anche le dinamiche e gli effetti del cyberbullismo sono mediati dalle caratteristiche del mondo virtuale in cui si sviluppa. Gli scherzi e le offese hanno sempre rapida diffusione: un’immagine o una frase offensiva, ad esempio, nel giro di pochi secondi può raggiungere o essere condivisa, a sua volta, da un numero illimitato di persone. I contenuti offensivi, inoltre, possono restare in rete per anni, arrecando un danno continuativo alla vittima. Infine, è da considerarsi che la vittima di cyberbullismo, potenzialmente, non si allontana mai dai suoi aggressori, in quanto, attraverso il proprio smartphone, li porta sempre con sé.
Un altro fattore da considerare è il possibile (ma molto frequente) anonimato dei cyberbulli. Lo schermo, la percezione di poter rimanere nascosti deresponsabilizza, rendendo più facile il passaggio all’azione e la sottostima delle conseguenze della stessa. Un ragazzo o una ragazza che a scuola non attaccherebbero mai un compagno, nascosti dietro allo schermo di un tablet o di un pc, possono essere certamente più propensi a farlo.
Per tutte queste caratteristiche, il cyberbullismo può avere delle conseguenze anche molto gravi per la salute psicologica della vittima. Quest’ultima può avere difficoltà a difendersi, può sentirsi sopraffatta e impotente, anche più che nelle forme tradizionali di bullismo.
Le vittime di cyberbullismo possono sviluppare disturbi d’ansia, evitamento sociale, depressione, fino a pensieri e condotte suicidarie. Diverse ricerche hanno evidenziato una stretta connessione tra cyberbullismo e suicidio, dando origine a un nuovo termine: il Cyberbullicide (Hinduja, Patchin, 2009). Il termine riflette tutta l’impotenza, la disperazione e la solitudine che le vittime possono esperire prima di giungere ad un gesto tanto tragico (www.cyberbullismo).
Purtroppo, spesso le vittime sono realmente sole, senza la supervisione e la presenza da parte dell’adulto, il quale, spesso, non riesce ad entrare o comprendere le dinamiche del mondo on-line. Un preoccupante studio sottolinea che il 56% dei genitori non pensa che i propri figli possano essere vittime di cyberbullismo, minimizzando l’impatto che può avere tale fenomeno (Shariff & Hoff, 2007) (www.cybercrimejournal.com).
D’altra parte, i casi di cyberbullismo sono in crescente aumento. In Italia, un adolescente su quattro dichiara di aver praticato cyberbullismo e l’età delle vittime si abbassa sempre di più, a partire dagli 11 anni (www.regioni.it). I dati Istat confermano questa tendenza, sottolineando anche che le ragazze, rispetto ai loro pari di sesso maschile, sono molto più a rischio di essere vittimizzate (www.istat.it).
Il fenomeno e la sua diffusione può essere contrastato a partire da un’adeguata conoscenza e un costante aggiornamento, sia da parte dei genitori che degli insegnanti. Per affrontare e gestire il fenomeno, dunque, occorre saper sviluppare strategie di contenimento e prevenzione adeguate, che tengano conto della rivoluzione tecnologica in atto, dunque degli effetti generati su bambini e adolescenti.
Tutto ciò considerando che la rete, se si naviga in sicurezza, non nasconde solo insidie, ma anche risorse e possibilità di comunicazione e di crescita.
Il Centro Italiano per la Psiche contribuisce al contrasto del cyberbullismo attraverso diverse proposte rivolte sia ai ragazzi coinvolti nelle dinamiche in oggetto e alle loro famiglie, sia, in un’ottica di prevenzione, alle stesse istituzioni scolastiche.
Come procedere
Se senti di avere necessità di una Consulenza in ambito Individuale, piuttosto che di Coppia o Familiare, puoi fissare un appuntamento contattando i numeri 06 92599639 o 388 8242645, o puoi scrivere all’indirizzo e-mail info@massimocanu.it
In caso di impossibilità a poter raggiungere lo Studio, in Roma, potrai fare altrettanta richiesta per una prestazione On-Line, avvalendoti della piattaforma web appositamente realizzata. E’ intuitiva, rapida e sicura.
A conclusione di tale fase consulenziale, sia in Presenza che On-Line, sarà definito quanto emerso nel corso del lavoro e, eventualmente, saranno focalizzati gli obiettivi per l’avvio di una Psicoterapia, la quale potrà essere Individuale, di Coppia o Familiare.
Chiedere aiuto è un segno di forza e, soddisfare i tuoi bisogni psicologici, equivale a compiere il più importante atto d’amore che possa fare verso la tua persona, ancor prima che per coloro che condividono la loro vita con te.