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Relazione Genitori – Figli: la scoperta della sessualità

Molti genitori si sentono responsabili dell’orientamento sessuale del proprio figlio. In realtà non esiste alcuna prova che esista un legame tra il proprio orientamento sessuale e l’educazione ricevuta

Genitori, calmatevi: non sarete mai responsabili della sessualità di vostro figlio. Non potete scegliere il suo orientamento sessuale, né potete pensare che sia lui a sceglierlo. Così come non potete decidere che sia biondo o moro, non potete decidere che sia eterosessuale, omosessuale o bisessuale. Il vostro compito genitoriale è capire vostro figlio e guidarlo alla scoperta del proprio orientamento sessuale poiché questo, qualora fosse diverso da quello eterosessuale, non è né una colpa né un “vizio”.

Il termine “orientamento sessuale” si applica a entrambe le categorie di genere, maschi e femmine, per indicare l’origine dell’attrazione fisica. Avremo quindi:

  1. – Eterosessualità. Persone che sono attratte fisicamente e sentimentalmente da Persone del sesso opposto;
  2. – Omosessualità. Persone che sono attratte fisicamente e sentimentalmente da Persone dello stesso sesso;
  3. – Bisessualità. Persone che sono attratte fisicamente e sentimentalmente da Persone di entrambi i sessi.

 

Il proprio orientamento sessuale è una scelta?

Essere eterosessuale, omosessuale o bisessuale non è una cosa che si può scegliere, esattamente come una Persona non può scegliere quanto essere alto e di che colore avere i propri occhi. Il Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM), ci ricorda che il primo DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), del 1952, “Menzionava solo le parafilie e l’omosessualità come disturbi sessuali. Entrambi erano collocati nella categoria del Disturbo Sociopatico di Personalità”.

Il dibattito nato tra anni Sessanta e Settanta contrapponeva chi riteneva l’omosessualità un disturbo mentale e chi la considerava “Una semplice variante della sessualità umana”. Soltanto nella terza edizione del DSM, nel 1987, “Scompare sia la diagnosi di omosessualità ego-distonica sia il termine stesso di omosessualità”, escludendo di fatto l’omosessualità dalla categoria dei disturbi mentali.

Essere omosessuali, eterosessuali o bisessuali è il risultato delle esperienze vissute durante l’infanzia? Dell’educazione ricevuta? Non ci sono prove che ciò possa essere vero. Quando e come, allora, un ragazzo scopre la propria sessualità?

 

È nell’Adolescenza che i ragazzi scoprono il proprio orientamento sessuale

Conoscere il proprio orientamento sessuale non è sempre un fatto scontato. Alcuni adolescenti omosessuali o bisessuali dicono infatti di aver avuto la prima “cotta” verso ragazzi del loro stesso sesso già durante la propria infanzia, così come i coetanei eterosessuali l’hanno avuta per il sesso opposto.

Solitamente i ragazzi riconoscono il proprio orientamento sessuale già nel momento in cui entrano nell’età adolescenziale, ma non sempre lo rivelano a qualcuno, soprattutto se si riconoscono omosessuali o bisessuali. In particolare, chi non riconosce di essere omosessuale o bisessuale, in questa fase dello sviluppo, spesso afferma di sentirsi diverso dal gruppo dei pari, pur non sapendosi spiegare il perché.

Divenire consapevoli del proprio orientamento sessuale potrebbe richiedere del tempo, e non sempre tratti fisici e comportamentali più o meno mascolini o femminili determinano l’essere omosessuale, bisessuale o eterosessuale. Le reazioni, una volta riconosciuto il proprio orientamento sessuale, non sono sempre “pacifiche”. Qualcuno può sentirsi a proprio agio con la propria sessualità e accettarla, mentre altri possono avere confusione o, addirittura, difficoltà e perfino paura ad accettarla.

 

Come potrebbero reagire I genitori

L’adolescenza è un periodo di transizione sia per i ragazzi che per i genitori. Molti genitori provano a far scoprire ai figli la propria sessualità tra confusione, preoccupazione e, talvolta, mala informazione. Questo li rende spesso impreparati per il successivo stadio della genitorialità, soprattutto se il ragazzo scopre di essere omosessuale.

Alcuni genitori si sentono responsabili dell’orientamento sessuale del figlio, laddove questo non si proponga come eterosessuale, pur non esistendo alcuna prova che questo sia una conseguenza dell’educazione genitoriale. Non sempre i genitori capiscono i propri ragazzi, attanagliati dalle inquietudini adolescenziali, e li accettano fin dal principio della loro scoperta, nel caso in cui si rivelano omosessuali o bisessuali.

Se la scoperta non è in linea con l’aspettativa di quel che i genitori credevano, o “volevano credere” di vedere, possono esserci reazioni di rabbia o disappunto. Si riscontra che questi genitori, più frequentemente padri, tendono a non accettare l’orientamento sessuale dei figli e arrivano a rifiutare la realtà, almeno in fase iniziale, se non addirittura gli stessi figli.

Alcuni genitori, seppure meno frequentemente, si sentono immediatamente a loro agio nello scoprire l’orientamento sessuale del figlio.

 

Come procedere

Se senti di avere necessità di una Consulenza in ambito Individuale, piuttosto che di Coppia o Familiare, puoi fissare un appuntamento contattando i numeri 06 92599639 o 388 8242645, o puoi scrivere all’indirizzo e-mail info@massimocanu.it

In caso di impossibilità a poter raggiungere lo Studio, in Roma, potrai fare altrettanta richiesta per una prestazione On-Line, avvalendoti della piattaforma web appositamente realizzata. E’ intuitiva, rapida e sicura.

A conclusione di tale fase consulenziale, sia in Presenza che On-Line, sarà definito quanto emerso nel corso del lavoro e, eventualmente, saranno focalizzati gli obiettivi per l’avvio di una Psicoterapia, la quale potrà essere Individuale, di Coppia o Familiare.

Chiedere aiuto è un segno di forza e, soddisfare i tuoi bisogni psicologici, equivale a compiere il più importante atto d’amore che possa fare verso la tua persona, ancor prima che per coloro che condividono la loro vita con te.