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Animali domestici: vero amore o zoomania?

Pochi mesi fa, a Spoltore (Pescara), una persona di 57 anni è finita in ospedale per profonde ferite riportate ad una gamba. L’uomo è stato azzannato dopo aver difeso il suo cagnolino, con estremo coraggio, dall’attacco di un gruppo di sei cani, usciti da un’area recintata. (www.ilmessaggero.it) Questa è una delle tante storie di cronaca che testimoniano il legame, l’unione e il reciproco affetto, tra le persone e i propri animali domestici; rapporto divenuto oggetto di interesse culturale e sociologico da più di 50 anni.

In Italia, gli ultimi dati Eurispes sottolineano quanto “la metà degli italiani non potrebbe rinunciare ai cani e ai gatti”. I dati sono chiari: dagli anni ’90 ad oggi i possessori di animali domestici, in riferimento alle persone maggiorenni, superano i 21 milioni. In particolare, per quanto riguarda i due animali domestici più diffusi nelle famiglie italiane, si stima che oltre 10.170.000 italiani abbiano in casa uno o più cani, mentre superano i 7 milioni i possessori dei gatti (eurispes.eu). Gli italiani che hanno scelto di accogliere un animale in casa sembrano essere motivati soprattutto dal “bisogno di compagnia” (41,7%) o di “avere qualcuno di cui prendersi cura” (18,5%). Al contrario, sono ridotte le percentuali di coloro che prendono un animale per la difesa (5,3%). Rispetto al rapporto “uomo-animale”, nella stessa ricerca, emerge che l’87% degli italiani nutre sentimenti positivi nei confronti degli animali; per il 51,3% si tratta di un vero e proprio affetto, mentre il 35,9%, per tutte le specie viventi, dichiara di attribuire un dovuto e totale rispetto.

In definitiva, questi dati evidenziano che, per la popolazione italiana, il fatto di possedere un animale, significa avere un amico.

Secondo numerosi studi, è proprio la relazione che unisce l’uomo all’animale domestico a donare benessere. La relazione che si crea assolve funzioni psicologiche importanti, quali lo scambio affettivo, la vicinanza, la sicurezza, il sentirsi importanti per un altro essere, la possibilità di prendersi cura “di”, il contatto tattile, la comunicazione non verbale, il gioco e la de-tensione dello stress.

Una recente ricerca, realizzata dall’Università Miami di Ohio, sottolinea che i proprietari degli animali domestici possiedono una maggiore autostima, hanno una forma fisica migliore e tendono ad essere meno solitari e paurosi, nonché più estroversi (imieianimali.it). Ad esempio, portare a spasso il cane, non solo rappresenta un’occasione di esercizio fisico per i “padroni”, ma anche un’opportunità di incontro e scambio sociale con altri possessori o amanti di cani.

L’avere un animale domestico contribuisce anche al benessere della vita familiare e di coppia. Uno studio, condotto dall’Università dell’Indiana, ha mostrato che avere un animale domestico aiuta ad avere rapporti più felici e duratori con il proprio partner. Secondo i ricercatori, gli animali possiedono un’azione che è stata definita come “levigante” all’interno delle conflittualità coniugali, poiché aiuta a colmare le piccole carenze che ciascuno dei partner, all’interno della coppia, sente nei confronti dell’altro (www.supereva.it). In aggiunta a ciò, l’animale domestico funge da collante per i coniugi, assorbiti da lavoro e dalle preoccupazioni, dona ruoli centrali a parenti anziani, oltre a migliorare la comunicazione tra genitori e figli. La vita familiare, dunque, spesso si organizza e si stringe attorno all’amico a quattro zampe, in quanto gli impegni derivanti da questo divengono motivo di confronto e unione.

Per quanto la relazione con il proprio animale domestico comporti diversi benefici, migliorando la condizione di benessere dei “padroni”, l’affetto che si va a sviluppare, talvolta, rischia di sfociare in morbosità. Naturalmente, ciascuna persona che decide di adottare un animale vuole soddisfare delle aspettative; queste, però, capita che travalichino il rapporto tra due soggettività differenti (pur essendo, una, di specie animale), fino a giungere all’appiattimento del cane o del gatto, per farli divenire delle vere e proprie estensioni di sé, tramutandoli in oggetti utilizzati unicamente per “soddisfare” i propri bisogni.

Sempre più, infatti, capita di osservare una tendenza all’umanizzazione degli animali: cani e gatti abbigliati come fossero dei bambini, piuttosto che degli adulti o delle persone di terza età, a seconda del loro ciclo di vita. È vero che tale fenomeno è diventato un fiorente business e che anche i media alimentano cospicuamente i costumi della società, ma occorre aprire uno spazio di riflessione su quanto ciò possa avvenire nel tentativo di riuscire a colmare ciò che, magari, le persone non riescono a riconoscersi, in termini di mancanze, o di bisogni di cui non hanno consapevolezza, relativamente ai propri simili.

Quando tale rapporto si cristallizza in queste modalità, dunque diviene poco equilibrato, ovvero quando avviene che le carezze, le attenzioni e le parole siano quasi esclusivamente riversate verso il proprio animale domestico, si può parlare di zoomania. Il termine, introdotto negli anni ’80 dall’etologo Huber Montagner, intende evidenziare proprio lo scadere del legame uomo-animale, in rapporti non equilibrati, in cui l’animale è considerato solo per quello che vorremmo fosse e non per ciò che è (www.amando.it).

Quando l’amore per gli animali sfocia nella zoomania, dunque, si rischia di annullare la componente istintuale (intesa come innata) del proprio animale domestico, fino ad arrivare a minare la caratteristica fondamentale di una relazione sana: il rispetto della diversità, fondamentale per la creazione dei legami autentici, tanto tra umani quanto nel rapporto uomo-animale. Il termine zoomania, pertanto, definisce l’atteggiamento di chi si rifugia nel rapporto con il proprio animale domestico per evitare e/o non affrontare le delusioni e/o sofferenze insite nelle relazioni tra pari, ovvero quelle umane.

Alcune persone preferiscono la compagnia degli animali a quella dell’uomo perché diffidano dei propri simili o perché pensano che il proprio compagno a quattro zampe non li tradirebbe mai. Per altre, invece, la relazione con il proprio cane o gatto risulta più soddisfacente e meno impegnativa che con altri individui. Tra le persone e il proprio animale domestico si va a istaurare ciò che in etologia si definisce “Reciprocal mind reading” (www.iss.it), ovvero la capacità di comunicazione e reciproca comprensione degli stati emotivi in assenza di un linguaggio comune. Questa comprensione, con gli altri esseri umani, nella maggior parte dei casi, viene costruita e regolata attraverso processi di empatizzazione, identificazione e comunicazione, processi spesso esperiti come ben più faticosi dal punto di vista emotivo e cognitivo.

Quando il legame con il proprio animale domestico diviene uno specchio per “cortocircuiti relazionali”, la relazione si esaspera rischiando la messa in atto di vere e proprie forme di parossismo in cui l’attenzione per l’animale supera quella per la propria persona o per la realtà quotidiana.

Quando emergono tali comportamenti o atteggiamenti in chi possiede un animale domestico, diviene necessario intervenire sul rapporto uomo-animale, affinché esso possa essere riequilibrato nel rispetto delle specifiche individualità (Rapporto Italia 2000 – Eurispes).

In misura maggiore risulta importante considerare che la tendenza ad estremizzare il rapporto con il proprio animale domestico può nascondere paure, disagi e difficoltà nella relazione con i pari, derivanti da elementi traumatici avvenuti nel corso della propria vita, che, auspicabilmente, occorre riconoscere ed affrontare.

Come procedere

Se senti di avere necessità di una Consulenza in ambito Individuale, piuttosto che di Coppia o Familiare, puoi fissare un appuntamento contattando i numeri 06 92599639 o 388 8242645, o puoi scrivere all’indirizzo e-mail info@massimocanu.it

In caso di impossibilità a poter raggiungere lo Studio, in Roma, potrai fare altrettanta richiesta per una prestazione On-Line, avvalendoti della piattaforma web appositamente realizzata. E’ intuitiva, rapida e sicura.

A conclusione di tale fase consulenziale, sia in Presenza che On-Line, sarà definito quanto emerso nel corso del lavoro e, eventualmente, saranno focalizzati gli obiettivi per l’avvio di una Psicoterapia, la quale potrà essere Individuale, di Coppia o Familiare.

Chiedere aiuto è un segno di forza e, soddisfare i tuoi bisogni psicologici, equivale a compiere il più importante atto d’amore che possa fare verso la tua persona, ancor prima che per coloro che condividono la loro vita con te.