Hikikomori, ovvero la vita in una stanza. La vita trascorre in una stanza, dove le…
La costruzione dell’immagine corporea
L’attuale contesto socio-culturale attribuisce al corpo sempre maggiore centralità, tanto da veicolare il messaggio che, per essere socialmente accettabili, occorre investire sul corpo, così da renderlo luogo elettivo di comunicazione della propria identità (www.neuropsicomotricista.it).
La cultura dominante, infatti, intrisa com’è di stereotipi, condiziona la percezione che ognuno ha di sé, mediante immagini che, oltre ad ostentare sicurezza e perfezione, inducono all’errata convinzione che si è accettabili e riconoscibili solo se si perseguono i modelli proposti dai media. Per poter meglio definire la percezione corporea, occorre analizzare i concetti di schema corporeo, il quale interessa per lo più la Neuropsicologia, e di immagine corporea, argomento di discussione psicologica.
Pur rappresentando entrambi la totalità e la complessità del corpo umano, non si tratta di costrutti intercambiabili. Infatti, l’uno è uno schema percettivo, inconsapevole, che attiene al processo di localizzazione spaziale compiuto dal sistema nervoso, tale da consentirci di occupare un luogo nello spazio, nel quale orientarci e localizzare le diverse parti del corpo; l’altra, intesa come la maniera in cui rappresentiamo nella mente il nostro corpo, è presente alla coscienza, include i fattori soggettivi, cognitivi, affettivi delle rappresentazioni corporee ed è dinamica, in quanto evolve continuamente.
La costruzione dell’immagine corporea, dunque, proprio perché basata su esperienze e vissuti personali, può discostarsi dalla nostra reale apparenza fisica ed essere condizionata tanto dalla percezione soggettiva della Persona, quanto da modelli culturali e sociali. Ad esempio, i rapporti con gli altri e l’interesse mostrato per taluni aspetti del nostro corpo, sono determinanti nella modifica della nostra immagine corporea. Secondo Peter Slade, pioniere della Drammaterapia, “l’immagine corporea è costituita da diverse componenti: percettiva (ad esempio, come la persona visualizza la taglia e la forma del proprio corpo); attitudinale (quello che la persona pensa e conosce del proprio corpo); affettiva (i sentimenti che la persona nutre verso il proprio corpo); comportamentale (riguardante ad esempio, l’alimentazione e l’attività fisica). L’immagine corporea, dunque, riguarda la persona nella sua globalità, e i suoi effetti possono essere rilevanti e complessi” (www.stateofmind.it).
Guardare a sé stessi in modo dispregiativo inficia molteplici aspetti del comportamento e può avere un impatto fortemente negativo in ogni ambito della nostra vita. Percepirsi inadeguati può portare, infatti, a sviluppare difficoltà relazionali e problematiche nell’ambito della sfera sessuale, tale può essere il disagio nel mostrarsi all’altro e sviluppare un contatto fisico. Sempre più spesso, l’importanza attribuita all’aspetto estetico, nonché la discrepanza fra la percezione che una persona ha del proprio corpo e il proprio ideale di perfezione, oltre ad essere fonte di difficoltà e frustrazione, può generare stati ansiosi-depressivi e rappresentare una concausa nello sviluppo di disturbi alimentari (https://www.massimocanu.it/i-disturbi-alimentari/).
Le alterazioni del comportamento alimentare, sia per quanto concerne l’Anoressia e la Bulimia, che per quanto attiene all’Obesità, rappresentano, infatti, un modo per esprimere il proprio disagio attraverso il corpo: ci si alimenta in modo inappropriato, o ci si astiene dal farlo, in funzione dell’ambito emozionale e non dello stimolo della fame (www.sicap.it). Le persone con tali disturbi hanno una percezione distorta del corpo, che, nel caso delle persone affette da Anoressia, le induce a considerare, quest’ultimo, lo strumento d’elezione per ottenere la perfezione, ovvero la magrezza. Nel caso dell’obesità, invece, il corpo diventa qualcosa di cui vergognarsi (www.sicap.it).
Questa percezione alterata della propria immagine corporea prende il nome di “Dismorfofobia”, un disturbo nel quale la preoccupazione ossessiva per difetti inesistenti, o di lieve entità, domina l’intera esistenza della Persona. Va precisato che questa percezione distorta del corpo attiene ad ogni sofferenza psichica grave: si pensi alla patologia schizofrenica, caratterizzata dal mancato senso di appartenenza corporea, dalla percezione di un corpo che tende a frammentarsi (www.psychiatryonline.it).
L’ossessione rispetto all’immagine corporea determina una maggiore vulnerabilità rispetto al giudizio altrui e porta a sviluppare l’erronea convinzione che il proprio valore dipenda dall’apparire, piuttosto che dall’essere. Il livello di autostima finisce, così, per essere fortemente condizionato dall’aspetto esteriore. Proprio perché la percezione corporea riflette la percezione di Sé, così pure il modo di interagire con gli altri necessita che, in Psicoterapia, la Persona sia aiutata a comprendere le ragioni per cui una data parte del corpo venga investita di significati sottesi e, dunque, i bisogni esternati attraverso la percezione mortificante e svalutante del corpo (www.benessere.com). Per tutto quanto necessario, il Centro Italiano per la Psiche, grazie ad un’équipe multidisciplinare, mette in campo strategie utili a sostenere la Persona nel processo di ristrutturazione del Sé. Partendo dal riconoscimento delle tensioni psichiche e delle relative cause, nonché dalla ricerca di un modo più congruo di gestirle, gli interventi agiti sono rivolti a distogliere l’attenzione dal peso e dalle forme del corpo. Nel tempo, la Persona viene accompagnata nell’individuazione di nuovi obiettivi e “valori”, sempre più verso la scoperta delle proprie risorse ed accettazione della propria immagine corporea.
Per aiutare le Persone che vivono uno stato di disagio o malessere legato al proprio corpo, nonché i rispettivi familiari, a prendere coscienza della problematica in essere, allo scopo di procedere ad un percorso strutturato di diagnosi e cura per la ricerca del benessere psico-fisico, si può prendere visione del paragrafo successivo.
Come procedere
Se senti di avere necessità di una Consulenza in ambito Individuale, piuttosto che di Coppia o Familiare, puoi fissare un appuntamento contattando i numeri 06 92599639 o 388 8242645, o puoi scrivere all’indirizzo e-mail info@massimocanu.it
In caso di impossibilità a poter raggiungere lo Studio, in Roma, potrai fare altrettanta richiesta per una prestazione On-Line, avvalendoti della piattaforma web appositamente realizzata. E’ intuitiva, rapida e sicura.
A conclusione di tale fase consulenziale, sia in Presenza che On-Line, sarà definito quanto emerso nel corso del lavoro e, eventualmente, saranno focalizzati gli obiettivi per l’avvio di una Psicoterapia, la quale potrà essere Individuale, di Coppia o Familiare.
Chiedere aiuto è un segno di forza e, soddisfare i tuoi bisogni psicologici, equivale a compiere il più importante atto d’amore che possa fare verso la tua persona, ancor prima che per coloro che condividono la loro vita con te.