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L’obesità in età adolescenziale
A partire dal 2001, il 10 ottobre, l’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica ADI (www.adiitalia.net) promuove una giornata nazionale di sensibilizzazione sul tema dell’obesità. L’Obesity Day ha lo scopo di coinvolgere l’opinione pubblica in merito a quella che è divenuta una “vera e propria epidemia mondiale”. Solo in Italia, infatti, i costi dovuti al problema dell’obesità sono “pari a 22,8 miliardi di euro ogni anno”, il 64% dei quali viene “speso per l’ospedalizzazione” (www.obesityday.org).
L’obesità è un disturbo del comportamento alimentare che interessa varie fasce di età, in particolare il periodo infantile e il periodo adolescenziale. L’adolescenza, nello specifico, rappresenta una fase critica dell’età evolutiva, sia nello sviluppo che nella persistenza dell’obesità.
In Italia, i dati Istat indicano una prevalenza di eccesso di peso nella fascia di età compresa tra i 10 e i 13 anni, del 30,9 % per i maschi e del 19,8 % nelle femmine, e tra i 14 e 17 anni, del 17,3 % per i maschi e del 10,5 % per le femmine (www.istat.it).
L’obesità ha spesso origine durante il periodo dell’infanzia, tanto che l’obesità adulta, spesso, non è nient’altro che il protrarsi dell’obesità infantile. Dagli studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è emerso che il 25 % dei casi di obesità nei bambini e negli adolescenti ha avuto origine nel primo anno di vita, il 50 % nella fascia di età al di sotto dei 4 anni e il 75 % prima dei 6 anni (www.who.int).
Una delle molteplici cause dell’obesità negli adolescenti è imputabile all’educazione alimentare da parte dei genitori. Oggigiorno, per mancanza di tempo o per motivi economici, si consumano alimenti non freschi e di scarsa qualità, cosiddetti junk-food, oppure si va spesso a mangiare fuori casa. Altri fattori di causa sono legati ad una ridotta attività fisica oppure dovuti a problematiche genetico-familiare o ad alterazioni ormonali. Inoltre, i più comuni punti di ritrovo tra i giovani si identificano in catene di fast-food americani, o in locali come bar e pub, i quali offrono aperitivi a buffet con bevande gassate e alcoliche a prezzi modesti.
L’obesità non è solo imputabile a cattive abitudini alimentari, ma anche a “problematiche emotive che si associano spesso ad un senso di vuoto, insoddisfazione, noia ed inutilità, uniti ad elementi depressivi” (www.angelini.it).
Secondo AIDAP – Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso, i comportamenti che si riscontrano con maggior frequenza in queste persone sono l’iperfagia, che consiste nell’aumento della sensazione di fame, che si rivela eccessiva e determina l’assunzione di una quantità di cibo maggiore, rispetto a quella che di solito si mangia, ed in secondo luogo l’atto di piluccare (www.aidap.it).
Il rischio che incorre l’adolescente con obesità è quello di isolarsi e creare delle distanze rispetto al mondo esterno, costruendo una corazza difensiva che protegge un sé molto fragile ed insicuro.
Inoltre, si rischia di finire in un circolo vizioso, in quanto l’eccesso di peso rende difficile intraprendere delle attività fisiche, con conseguente possibile immobilismo e crescita ponderale.
L’obesità, in aggiunta, causa l’aumento della probabilità di sviluppare malattie dell’apparato digerente, disturbi respiratori e patologie metaboliche legate alle articolazioni, comportando una riduzione della motilità. La più comune patologia metabolica è il diabete mellito di tipo 2, o diabete non-autoimmune, “una malattia cronica caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue e dovuta a un’alterazione della quantità o del funzionamento dell’insulina” (www.salute.gov.it).
Secondo le stime dell’AMD, l’Associazione Medici Diabetologi, in Italia ne sarebbero affetti lo 0,2% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni, “un dato preoccupante considerando il fatto che, fino a qualche decennio fa, il diabete tipo 2 era considerato una malattia senile” (www.portalediabete.org). Per sottolineare “l’associazione tra obesità e diabete mellito di tipo 2” (www.unavitasumisura.it/), l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha coniato il termine Diabesità.
Oltre ai problemi di salute, gli adolescenti con sovrappeso e obesità, nello specifico quelli di sesso femminile, tendono a sviluppare problemi psicosociali come bassa autostima, depressione, disturbo dell’immagine corporea e disturbi alimentari.
Le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del Ministero della Salute (www.salute.gov.it) fanno un chiaro riferimento alla prevenzione, ad una corretta nutrizione, al ruolo della famiglia e all’attività fisica.
Come procedere
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A conclusione di tale fase consulenziale, sia in Presenza che On-Line, sarà definito quanto emerso nel corso del lavoro e, eventualmente, saranno focalizzati gli obiettivi per l’avvio di una Psicoterapia, la quale potrà essere Individuale, di Coppia o Familiare.
Chiedere aiuto è un segno di forza e, soddisfare i tuoi bisogni psicologici, equivale a compiere il più importante atto d’amore che possa fare verso la tua persona, ancor prima che per coloro che condividono la loro vita con te.